Il campo estivo

Il campo estivo

Alcune volte abbiamo bisogno di qualcosa ma non sappiamo esattamente di cosa,

ci sono desideri, potenzialità, strade che rimangono in qualche modo inconsce, sentieri che esistono ma che non sono ancora stati scoperti, soltanto intuiti, avvolti nella nebbia fin quando qualche evento, qualche esperienza ce li rivela, in modo apparentemente del tutto casuale.

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23 anni, un lavoretto di qualche settimana, una colonia estiva in Sardegna, 12 bambini a cui badare, portare al mare, fare loro la colazione, portarli un po' in giro.

Nicola vive a Valencia da alcuni anni. Insegna in una scuola e adora lo stile di vita e la cultura di questa città sul mare. Mi racconta questa storia al Barrio del Carmen al tavolino di un bar.

Nicola è di origine albanese ma è nato e cresciuto in Sardegna, in un paesino vicino a Sassari. Tra i suoi lontani ricordi di bambino vi sono quelli del nonno paterno, fra i parenti arrivati dall’Albania tutti insieme a trovare la sua famiglia, chiassosi e irruenti.

Pare inoltre che, nonostante lui non conosca una parola di Albanese, durante un Capodanno, ubriaco, si fosse messo a parlare in albanese stretto. Non è vera invece la storia che ama ogni tanto raccontare secondo la quale venne qui anni or sono clandestinamente a bordo di un barcone.

Un’estate, mentre studiava veterinaria all’Università, decide di fare un piccolo break dagli studi, avrebbe dovuto lavorare per qualche tempo in una colonia estiva sul mare.

Era la prima volta che si ritrovava a fare un lavoro del genere, di così alta responsabilità ma, ciò nonostante, seppe creare con loro un legame molto forte. I ragazzi che lavoravano lì dovevano stare con i bambini tutto il giorno, stare attenti che non si facessero male, inventarsi dei giochi, farli partecipare ai laboratori, insomma un lavoro complesso ma anche creativo e molto divertente. Fu per lui un’esperienza meravigliosa.

Alla fin fine, tutti i bambini volevano farsi i capelli con la sua pettinatura.

Stefano, fra gli altri, un bambino particolare e simpatico, si era molto affezionato a lui. Instaurarono un legame molto forte, era come se Nicola lo vedesse come un figlio, cosa a cui, a dir la verità, non aveva mai pensato fino ad allora.

Scoprì che prendersi cura di qualcun altro gli piaceva molto, che fare la colazione, portare i bambini al mare, aiutarli a socializzare con gli altri bambini era proprio una cosa che lo arricchiva.

Quando, oramai in settembre finì il campo estivo e dovette tornare agli studi universitari, realizzò che quell’esperienza l’aveva cambiato. Che una delle cose che voleva davvero era diventare padre. E si ripromise che avrebbe fatto di tutto per realizzare questo desiderio.

Così qualche anno fa, a Valencia, ha deciso di fare domanda di adozione in Spagna per un bambino (ndr: in Italia non gli verrebbe concesso in alcun modo) e gli piacerebbe dare il nome di Stefano a questo bambino, in ricordo di quel bambino conosciuto in colonia che, senza saperlo e totalmente per caso gli ha fatto capire ciò che desiderava veramente.



Registrazione di Nicola: 31 agosto 2023, Valencia