Murales a Orgosolo
Murales a Orgosolo

Capo Frasca

Come molti sanno in Sardegna ospitiamo il sessanta percento del demanio militare italiano, i tre poligoni militari più grandi d'Europa ed è solo una delle tante facce, diciamo, del colonialismo italiano in Sardegna.

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Varie sigle di comitati e di partiti indipendentisti per il 13 settembre 2014 chiamarono una manifestazione a Capo Frasca, che sicuramente già di per sé doveva essere una manifestazione molto partecipata, però in seguito a un incendio che fece scoppiare un'esercitazione dell'esercito tedesco, scoppiò un caso mediatico,  nelle due settimane che precedevano la manifestazione, quindi questo fatto qua fece sì che alla manifestazione di Capo Frasca parteciparono, credo quasi ( se non appena di più) una decina di migliaia di persone che come manifestazione fuori da un poligono è sicuramente la più partecipata a cui io ho preso parte.

E si va fuori dal poligono di Capo Frasca. Manifestazione molto partecipata, molto popolare, con gli interventi sul mezzo cassonato di tutti i comitati, di tutte le realtà organizzatrici, però successe una cosa ad un certo punto della manifestazione che non era mai successa in cinquant'anni di storia del movimento contro l'occupazione militare in Sardegna: un gruppo di persone con delle tenaglie andò e taglio le reti del poligono e allora i manifestanti ad un certo punto si riversarono tutti all'interno del poligono separato, da la parte civile, da… non so se quanti di voi sono mai stati fuori da un poligono militare, ma non vi immaginate che ci sia un muro di sei metri del filo spinato. C’è semplicemente una rete che lo delimita, anche perché sono centinaia e centinaia di ettari.

Ci fu un momento quasi di stordimento e di euforia dove tutti questi manifestanti incominciarono chi a cantare, i gruppi a tenore, chi a un urlare cori, chi a ballare… Mi ricordo anche un gruppo, diciamo così, di fricchettoni  con i bonghi che hanno incominciato a suonare, cioè di pacifisti eccetera. E si rimase all'interno del poligono a oltranza finché non arrivò il tramonto e a questo punto ci guardammo in faccia, qualcuno stava rimanendo dentro il poligono e abbiamo detto – No! Noi a Sassari oggi non ci torniamo. -

Quindi ad un certo punto presi all'estasi della manifestazione rimaniamo dentro il poligono, se ne vanno via piano piano tutti e alla fine rimaniamo noi, in questa landa desolata che…  quindi noi ci troviamo al poligono di Capo Frasca che dovevamo tornare a Sassari però il Sole era già calato, era a fine settembre, quindi se il Sole era già calato vuol dire che erano le otto passate. Allora incominciamo questa odissea a piedi dal poligono di Capo Frasca fino alla stazione di Marrubbiu che era la stazione più vicina per poter prendere il giorno dopo il treno per Sassari. In tutto questo nostro camminare e camminare ad ogni bidda che trovavamo ci fermavamo ed entravamo in un bar ovviamente, e in ogni bar c'erano… Cioè, secondo me, questa è stata la cosa più vicina di come mi immagino io il giorno dopo la rivoluzione. C'erano manifestanti euforici, chi con le bandiere dentro il bar, tutti cumbidando da bere a chiunque; tutti parlando di questa storica vittoria – Oh, ma voi eravate a Capo Frasca? – Si noi eravamo a Capo Frasca - Cioé io me lo immagino così in quel giorno, per la risorsa della rivoluzione, anche cantando fuori, eccetera, perché c'era di tutto, anche. E all'arrivo alla stazione di Marrubiu il mio amico di Cabras, che… Non so se avete presente voi il gruppo folk di Cabras, si chiamano gli scalzi perché usano fare la corsa de scalzi a Cabras; quindi, lui ha molto l'abitudine o di uscire con scarpe aperte, che già… le infradito erano diventate un foglio di carta.
Arriviamo alla stazione serenamente, il giorno dopo prendiamo in after il treno e torniamo a Sassari.


Fra queste persone che mi accompagnavano c'era un mio carissimo amico che si chiama, si chiamava, Giacomo Deiana che poi è diventato un bravissimo alpinista e che purtroppo facendo la sua attività e scalando una cascata ghiacciata che era la sua specialità, morì in Val d'Aosta e quel quadro che c'è lì con gli attrezzi della dell'alpinismo è dedicato a lui.

Comunque fra questo gruppo di amici c'era anche lui però quando noi stavamo tentando di capire come arrivare a Sassari, alla stazione di Marrubiu, proprio fuori dal poligono di Capo Frasca, gli unici che si fermavano furono Gavino Sale e Simone Maulu che avevano però la Mercedes, quella anni ‘80 di Gavino Sale, piena di materiale della manifestazione e ci dissero – Ce né ne può stare solo uno per tornare a Sassari -  Giacomo come il giorno dopo doveva lavorare  e allora gli abbiamo detto - Giacomo, vai tu - Però col senno di poi mi sarebbe piaciuto tantissimo vivere questa esperienza con un amico che poi purtroppo da lì a qualche anno non c'è più.



Futta
Registrata il 14 novembre 2024 al Circolo Tirrindò di Sassari

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