Io sono tornata in Sardegna due anni fa. Per sei anni ho vissuto a Reggio Emilia. Quando prepari a casa un cibo che facevi, che ne so, a casa con mia mamma, un po’ ti cerchi di questa nostalgia forse un po’ viene meno.
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E quindi c'è questo racconto sui papassini che a me è successo a Reggio Emilia. Che poi tra poco c'è stata proprio la festa di morti e i santi a che comunque in Sardegna un po’ importante perché ad esempio a casa mia ancora si apparecchia.
Praticamente in Sardegna c’è questa tradizione che la notte tra il primo e il due si apparecchia la tavola per i defunti, per i nostri cari. I nostri cari vengono a trovarci e quindi in cucina si fa una tavola e si mettono le cose che piacevano al defunto: sigaretta, metti papassini, le caramelle. C'è chi cucina proprio. Noi invece no, perché poi le cose non puoi mangiarle il giorno dopo, si buttano via perché porta male.. e poi devi coprire quasi tutto. Magari se c'è la frutta in vista la copri così, diciamo, il defunto tocca in teoria solo le cose che tu hai apparecchiato. E poi devi nascondere, non devi mettere le posate perché potrebbe tagliarsi, quindi anche coltelli. Tutto deve essere nascosto.
A casa mia questa cosa si continua a fare. Poi mia Nonna e anche argentina quindi questa tradizione di morti un po’ se l'ha portata anche da casa, quindi un po’ continuiamo a farla. Anche mia sorella che vive a Bologna mi fa - Hai apparecchiato? - Ho apparecchiato - Quindi anche loro che vivono fuori continuano a fare questa tradizione e io quando sono andata a Reggio Emilia ho continuato a farlo.
Cos'era successo? E mia mamma mi spedisci e papassini per il giorno dei morti, quindi arrivano a casa a Reggio e in quel periodo io vivo con due coinquiline, una aveva i genitori sardi e l'altra era emiliana.
Arrivano i papassini. Io gli ho messi in cucina così, che bello, li mangiamo tutti. Era il primo, era di notte e a cena eravamo solo io e la coinquilina sarda. Stavamo mangiando e gli faccio la battuta - e stanotte si apparecchia. - Ah sì, da me questa cosa si è persa. - Vabbè, chiacchieriamo, lei va a dormire e io prima di andare a dormire faccio un angolino in cucina, nel tavolo, e lascio proprio una tazzina di caffè. Ho messo il caffè, poi c'era l'aranciata, mi ricordo, e un portacenere con delle sigarette e qualche papassino. La terza ragazza non c'era perché era uscita e quindi era in giro.
Il giorno dopo io mi alzo. Levo via tutto. Non faccio a caso cosa c'era e non c'era e poi sono andata fuori, c in giro e poi comunque di giorno era difficile che ci vedevamo tutte tre per lavoro, studio…
La notte a cena siamo tutti e tre a casa e io porto questi papassini, mangiamo papassini, che comunque poi vanno a male. E gli raccontò a questa ragazza, che buoni questi papassini. Qui nasce tutto il discorso di papassini, la storia, quando li facciamo, e lì racconto proprio questa cosa dell'apparecchiare… per i defunti.
E lei fa – Ma sembra una cosa un po’ macabra però!
- No - E c'è un'altra ragazza – No! Ma guarda che è una tradizione. E una cosa anche bella e un po’. Comunque c'è un po’ d’affetto -
Niente, alla fine finisce ognuno. Laviamo i nostri piatti, andiamo in camera tutte e tre. A un certo punto mi sento bussare ed era la ragazza che non c'era a cena il primo e mi dice
- Guarda Giulia ti devo dire una cosa ma non so come dirtela – Io ero già adirata - Questa sicuramente ha sporcato qualcosa e non me lo vuole dire. - Ero un po’ fissata con le pulizie
- E dimmi! Cosa è successo?
- Guarda che io mi sono mangiata i papassini dal tavolo - E io ho detto - Eh, lo so, non c'è bisogno, è lì per tutti. - E lei insisteva
- No, no, li ho proprio presi dal tavolo.
- Eh, ho capito ! - Io non capivo cosa che mi stava dicendo.
- Mi sono mangiata i papassini ieri notte sul tavolo.
- Ah! E quindi ? No, non ti preoccupare!
- No, no, anzi! - Lei era impanicatissima perché aveva, secondo lei, fatto qualche gesto… cattivo… che poteva succedergli qualcosa.
- Noooo ! - Lei si era proprio presa male - Perché tu hai raccontato questa storia! Non vorrei aver fatto un dispetto a tua nonna! - Quindi era impanicata di tutto questo ciò.
- Ma dai, non ti preoccupare. E’ una tradizione, tutto finisce bene.
Non è finita.
- Mi fa, ah vabbè, allora ti posso dire che mi sono anche arrabbiata a un certo punto
- Ah pure? – Perché lì lei e torna di notte e inizia - Ho visto questa roba sul tavolo - e mi fa - mi adiro perché ho pensato ma guarda queste due che hanno magari fumato dentro casa e hanno lasciato tutto in disordine – Mi fa - La volta che l'ho fatto io mi avete sgridato!
Quindi si era anche adirata! Quindi cosa ha fatto? Per ripicca si è presa un papassino, una sigaretta, è andata fuori a mangiare e a fumare. Però il giorno dopo io non mi sono accorta che mancava qualcosa. Quindi lei si è impanicata, era adirata, ha mangiato questo papassino, questa sigaretta e ha pensato – Oddio! Adesso mi succede una maledizione per il resto della mia vita.
Giulia
Registrata da François il 09/11/2024 nella libreria Koinè di Sassari
Storie e racconti
I Santi e i morti
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