Miniera de L'Argentiera. Foto: Giulio Spanu e Mario Carta
Miniera de L'Argentiera. Foto: Giulio Spanu e Mario Carta - CC BY-NC-SA 2.0

I regali della miniera

Tra il 1915 ed il 1918 il padre di Pina Deroma, che si chiamava Antonio Gavino, ventuno anni, aveva appena finito il servizio militare ed era stato richiamato in guerra.

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Precisamente doveva far parte della Croce Rossa, a differenza degli altri suoi fratelli che, erano stati mandati al fronte. Lì gli insegnarono a fare l’infermiere, le punture intramuscolari, quelle endovenose, a fasciare le gambe… e soprattutto a fare il barbiere! Perché quando arrivavano pazienti con ferite alla testa bisognava rasargli i capelli. Quando dopo tre anni tornò, si sposò ed ebbe molti figli.

Era molto allegro e aveva molti amici. Lavorava la campagna ma faceva anche la barba a tutti i nurresi della zona. Era molto appassionato di caccia sicchè quando era la stagione giusta per le lepri e le pernici andava a caccia con i suoi amici tra cui c’era il vicedirettore delle miniere dell’Argentiera, che era sardo, e il direttore, che era invece continentale e ogni settimana dopo la caccia, si fermavano a pranzo da Antonio Gavino anche perché veniva di strada.

A quell’epoca a L’Argentiera lavoravano e vivevano circa 600 operai. O per fortuna o per sfortuna loro erano una famiglia molto numerosa, il padre era un po' grandetto e alcuni figli erano ancora piccoli. Un anno gli morì uno dei due buoi che utilizzava per arare il terreno ed era molto dispiaciuto e preoccupato perché i buoi erano molto preziosi.

Il direttore della miniera, di cui era amico gli disse - Antoniogavi’ non ci pensare più a fare il campagnolo! Dato che i tuoi figli sono ancora piccoli e ce le hai quasi tutte femmine, basta, smettila di fare il campagnolo! La terra la dai in affitto ad altri che la lavorino e tu adesso diventi guardia giurata! -

Infatti a L’Argentiera a quell’epoca c’erano tre o quattro guardie giurate che dovevano custodire la mensa della miniera e uno di questi doveva proprio andare in pensione. - E quello che entra al suo posto sei tu! - disse il direttore della miniera.

Il padre rimase senza parole e lui continuò. - Ti compri una moto Guzzi, di quelle piccole che sembrano una bicicletta però non sono biciclette, così ti strappazzi di meno e ci vai con quella lì a L’Argentiera... Dal tuo terreno invece che in bici! -

Allora il padre si comprò una di quelle moto Guzzi e fino alla vecchiaia andò a lavorare lì alla miniera.

- Cosa vuol dire amare! - Dice la signora dopo aver finito il racconto. - Non è babbo che ha preso e ha mandato via nessuno, è stato il direttore che ha preso e ha detto - Antoniogavì vieni a lavorare alla miniera! -

Avevano dei buonissimi rapporti con tutti e i bambini erano molto gentili con loro, anche perché il padre tagliava loro i capelli e quindi dovevano stare attenti.

Ogni anno a Natale la signora Deroma, le sorelline e i fratellini andavano a scegliere i regali che la direzione della miniera faceva ai figli degli operai e degli impiegati. Per le femminucce sceglievano sempre le bambole e i fratelli sceglievano altre cose per i maschietti.

 

Pina Deroma

Storia registrata (e poi riletta) da Alessia a La Corte (Nurra) - Agosto 2024

 

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