E tu cand'andi?
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E tu cand'andi?

Nel mese di maggio ho seguito un corso per imparare il gallurese standard. Il gallurese io lo parlo, è la mia lingua madre, perché mia madre, quando io nacqui, proibì a tutti di parlare con me in italiano, chiese che si parlasse con me solo ed esclusivamente in tempiese, cioè in gallurese.

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Quindi, io ho come prima lingua il gallurese. Già da piccolina parlavo molto - però lo diciamo dopo questo.      Ho seguito questo corso di gallurese standard perché in Gallura, in ogni paese si parla il gallurese in maniera diversa e siccome siamo nel mondo in cui tutto deve essere omologato, omogeneizzato, c'è questa idea di fare una lingua gallurese standard. A me non interessa, però se dovessi scrivere un racconto in gallurese, ecco, devo rispettare quei canoni.

E lì (al corso) la nostra professoressa ci chiese di raccontare in dialetto un episodio della nostra infanzia. Questo episodio mi è stato raccontato da mia madre, da mia zia, da mia nonna.. è passato alla storia.

Allora io avevo tre anni e mezzo. Ho cominciato a parlare a otto mesi, quindi già a tre anni e mezzo articolavo tutto. Quando avevo due anni morì mia sorellina. Polmonite virale, in un attimo sparì. Due giorni. Eh niente! Questa cosa, è ovvio, ora lo capisco ma allora non mi resi conto, mi aveva parecchio scioccato e aveva causato me un grosso vuoto, perché io con questa bimba ci giocavo! Me lo racconta mia mamma! Me lo raccontava mia mamma!

Insomma, comunque, giornata normalissima, quotidiana. Mia sorella era già morta. Visita dal pediatra perché periodicamente si andava dal pediatra. Quindi arriviamo lì e c'erano le mamme con i bambini e quindi vado ad intervistare.

- Tu comu ti cjiami? E tu comu ti cjiami? Tu comu ti cjiami?  (Tu come ti chiami ?...)

- Eu mi cjiamu cussì! … (Io mi chiamo…)

e arrivo da una bimba che non risponde, ma risponde la sua mamma, subito.

- Tu comu ti cjiami? (Tu come ti chiami?)

- Si cjiama Maria!  (Si chiama Maria)

E io, sempre rivolta alla bimba - E cant’ann’ài?  (E quanti anni hai?)

- À cattr’anni. (Ha 4 anni)

-  Undi stai? (Dove abiti?)

- Stemu in Tempiu!  (Abitiamo a Tempio)

Io a quel punto tornai a sedermi perché era la mamma che mi rispondeva e non mi interessava.
E quindi vabbè, la madre decise di conversare con me:

- Ma tu sei fiddol’unica?  (Sei figlia unica?)

 E io - No!

- Ài una suredduccia? O un fratedducciu?  (Hai una sorellina o un fratellino?)

- Àia una suredda.  (Avevo una sorella)

- Uaih! E und’ è chista suredda abà? Pachì no è cun te? (Oh, e dov’è questa sorella? Perché non è con te?)

- Me’ suredda è molta! (Mia sorella è morta)

Oh minuredda però… Ma non ti preoccupà! Pachi idda abà è in cielu, cun Deu, con tutticanti l’agnuleddi, vi so’ tutti l’animaleddi, li puddichini, li capritti, vi so’ l’asineddi vi so’! Stà tranquilla chi sta benissimu.   (Oh, povera piccolina però… ma non preoccuparti, perché lei ora è in cielo, con tutti gli angioletti, ci sono tutti gli animaletti, i pulcini, le caprette, ci sono gli asinelli... stai tranquilla che sta benissimo)                                                                                                                                                                                    

-E rivolta alla figlia: Veru la dedda mea?   (Vero tesorino mio?)

E la figlia – Veru.

E io pronta, alla bimba - E tu cand’ andi?  (E tu quando vai?)

Tutti a ridere come qua.

 Si affaccia il mio pediatra, ridendo anche lui:

- Cos’è suzzidendi? Ah, tu ci sei!! Mali n’à!!  (Che succede? Ah ci sei tu! Ho capito perché! )

 Perché io, sistematicamente quando arrivavo da lui gli dicevo – Mì chi non m’asculti senza scalditti l’aricchi mì! (Bada di non ascoltarmi senza scaldarti le orecchie) – Palchì mi fai lu fritu a la schina dugna ‘olta!                         ( Perché mi fai venire freddo alla schiena, ogni volta)

Aveva le orecchie grandi grandi e sempre surgelate. E io, sistematicamente, gli chiedevo di scaldarsele e lui rideva. Era un amico di mio nonno, andavano a caccia insieme, quindi mi tollerava, qualcun altro mi avrebbe rimproverato.

Questa è la storia. Ai bambini non bisogna mai raccontare balle perché hanno una logica ferrea. Ok?

- Tua sorella sta benissimo!  -

E io alla bimba - E tu cand’andi? (E tu quando vai?)

 

Vanna
Registrato da François il 12/11/2024
nella libreria Il Labirinto Mondadori di Castelsardo

 

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