Ovili di Cala Mariolu CC BY-NC 2.0 - Shardan Art Web
Ovili di Cala Mariolu CC BY-NC 2.0 - Shardan Art Web - https://www.flickr.com/photos/shardanart/10403389936/

Il servo pastore

Da qualche anno a questa parte, io ho dei genitori anziani; se prima noi la domenica andavamo a pranzo da loro, adesso è un po’ il contrario, vengono loro da noi.

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Sono storie che mio padre racconta sempre. Lui delle volte inizia a parlare, a raccontare la sua vita, cioè rivede la sua vita quasi come un film. La rivive. Mio padre ha avuto una vita da emigrato. E infatti la sua vita è un po’ divisa in due. La prima, la prima parte, l'ha vissuta in Sardegna, figlio di una famiglia numerosa, erano otto fratelli, tra fratelli e sorelle, e lui ama molto ricordare alcuni eventi di questa vita. E da cosa scaturiscono? Delle volte vengono appunto a pranzo da me; noi stiamo pranzando, verso le due si alza mio figlio… eh perché loro dicono - Dove sono i tuoi figli? - Eh vabbè sai papà, stanno ancora dormendo! Chi è arrivato alle sei, chi è arrivato alle sette. - Ah, ma come si può? Come si può, come puoi permettere una cosa del genere? - E vabbè sai glielo dico una volta, due, tre, alla fine li lascio perdere e se non mangiano pazienza.

 

- E allora lui inizia a raccontare, dice - Sì però lo sai… io a otto anni ero già in campagna e venivo lasciato lì giorni e giorni. Mio fratello era piccolo quanto me. Dormiva, anche quando c'era brutto tempo, in queste pinnette della campagna sarda. E anche se aveva paura comunque doveva rimanere lì. Io ho fatto la stessa vita. - Sino fino a quando vabbè si è sposato, sono nata io. Poi comunque lui poi è emigrato in Piemonte. Noi l'abbiamo raggiunto dopo, io e mia mamma.

 

E comunque lui racconta queste storie anche terribili e mi dice – Eh ! - Parla sempre in sardo comunque. Le racconta in sardo.
- Mio nonno ha perso la mamma quando aveva quattordici anni. - Lei ne aveva trentasei. Comunque è morta giovanissima. - E sai che cosa ha fatto il suo datore di lavoro? - Cioè loro erano considerati servi pastori, così venivano chiamati. Non avevano… cioè la loro dignità era veramente calpestata.

 

Lui dice - La mamma (di suo padre NDR) è morta a trentasei anni e lui l'ha saputo tre giorni dopo. - Per non farlo rientrare a casa, il suo padrone non gli fece sapere che la mamma era morta e lui lo racconta con una tale rabbia e dice - Se fossi stato io al suo posto, cioè non so che cosa gli avrei fatto, perché non è possibile che a una persona venga negato anche di dare l'ultimo saluto alla propria madre.-

 

E allora poi racconta altre scene, dice - A me era capitato che i padroni non volevano che loro prendessero il formaggio - Cioè ai servi pastori era data la ricotta, o comunque gli scarti. E lui ha detto - E tenevano questo formaggio chiuso a chiave. E io invece sono andato, mi sono preso una forma di formaggio, l'ho tagliato con il coltello - che si chiama Sa Resolza - e dice che il padrone l'ha guardato male.

 

- E chi ti ha dato il permesso di prenderlo? - Io l'ho preso. Perché?
- Eh perché tu lo sai che … - e allora lui ha preso il coltello e l'ha piantato nella forma di formaggio e l'ha tagliato. E gli ha detto - l’ha minacciato - Se viene qui lo faccio comente unu rattagàsu, cioè: una grattugia. E ha detto - Da quel giorno non mi ha detto più niente. Cioè si è fatto rispettare in questo modo… però, insomma. Ecco son tante piccole storie che lui racconta. Il bello che le racconta sempre e allora io lo anticipo. - Ah sì, ma quella volta. - Eh sì però magari tuo figlio non l'ha sentita. Adesso la racconto anche a lui. - Vabbè.

 

E poi a volte parla, si ricorda per filo e per segno, perché poi lui ha cambiato completamente vita. Dopo insomma molte offerte di lavoro negate qua in Sardegna ha preso una decisione perché poi ero nata anche io, dice - Dovevamo prendere una decisione. Sia io che tua madre. - E quindi è partito alla volta di Torino. Là ha iniziato un'altra vita, lui è diventato autista di autobus, ha girato quasi tutta l'Europa, pure con la sua terza elementare, perché poi ha fatto la quinta, dice - Tutto insieme, io ho preso le patenti. Ho detto a mio padre:” dammi un mese di tempo perché io voglio avere la quinta elementare e anche avere tutte le patenti”- Quindi dalla patente B a quella insomma che serviva anche per guidare camion, pullman.

 

Ed è riuscito a fare tutto questo. Insomma, anche con un'istruzione molto molto limitata. Però una testa molto fine, un'intelligenza! Tant'è che dice - Ma voi adesso usate il navigatore. Io invece mi leggo le cartine. - Lui ancora adesso mi dice - Senti, ma quelle cartine vecchie che io voglio andare a vedere che strade facevo! Perché sai, prendevo l'autostrada trova a sinistra lì poi c'era l'uscita a destra - E io che lo ascolto. - E vabbè sì adesso ci sono i navigatori. - Si, ma se il navigatore si rompe oppure se si scarica il telefono come fai? La cartina la devi saper leggere! - Insomma, in effetti ha ragione.

E vabbè, questo per vedere, insomma la voglia di riscatto di una persona e anche a volte ci fa riflettere sulle condizioni di vita che avevano i cosiddetti servi pastori, mio padre è nato nel quarantuno, quindi anni cinquanta della Sardegna.

 

Barbara
Registrata da François l'11 novembre 2024 alla UNISS (Sassari)

 

 

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